Dopo lo scambio del 26 marzo scorso, continua la corrispondenza tra Maurizio Salami, socio della Cooperativa Case Popolari (che sta tentando di convincere il distretto Val d’Enza a dedicare qualche iniziativa ai cooperatori giapponesi), e Takashi Suzuki, ricercatore alla Robert Owen Association di Tokyo (sostenuta dal movimento cooperativo giapponese), sulle ultime cronache dal Giappone post-sisma.
Pochi dubbi su quanto viene detto: Suzuki denuncia il silenzio interessato della stampa e del governo sulla vicenda di Fukushima, domanda anzi di avere notizie dirette e non censurate dall’Italia.
A Maurizio Salami san (“madame ou monsieur”, au japonais)
Grazie mille per il vostro interessamento! Grazie mille della solidarietà della Coop Consumatori Nordest.
I terremoti (di magnitudo da 3 a 6) continuano, ma in graduale diminuzione. Tuttavia, con Fukushima non siamo ancora arrivati alla fine, e la grande stampa non dice che cose molto oscure (io penso perché la Tokio Electric Power Company continua ad apportare un enorme contributo finanziario ai giornali, alla tv e ancora all’Università).
Inoltre, il Governo evita di indicare i rifugi per i bambini e le donne incinte della regione a rischio radioattivo.
Se fosse possibile, quando vi sarà possibile, tenetemi informato su quanto succede nel vostro paese a proposito di questo problema.
I media continuano a ripetere ogni giorno che «la stampa del mondo ha lodato per la loro calma i giapponesi».
Mah…
Takashi Suzuki
Per chi volesse corrispondere con Takashi